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El Taconazo di Redondo

La maggior parte degli eventi immortali che il calcio ricordi sono legati a un gol. Poi ci sono gli episodi drammatici e poi ci sono quelle giocate estemporanee che rimangono impresse per sempre nella memoria collettiva.

“È stata una delle giocate più belle che ho visto su un campo di calcio” disse Pierluigi Collina arbitro di quella partita di Champions all’Old Trafford.

E’ il 19 aprile del 2000, il Real Madrid affronta in trasferta il Manchester United campione d’Europa in un match che rappresenta un simbolico passaggio di testimone. Ma il passaggio più bello di quella serata è la giocata con cui Redondo smarca Raúl per il gol del 3-0. Un assist apparentemente semplice ma arrivato al termine di un’azione personale che rimane nella storia del calcio: El Taconazo del Principe.

Una giocata che ancora oggi è ricordata come uno dei dribbling più geniali e allo stesso tempo efficaci mai visti. Geniale, perché il solo pensarlo lo è. Efficace perchè non è fine a sè stesso ma porta all’assist per il gol di Raul. E allo stesso tempo anche drammatico perchè ha segnato per sempre la carriera di Henning Berg, il terzino norvegese dello United che lo subisce.

Ah ... anche Sir Alex Ferguson rimase stupito da quella giocata tanto che, girandosi verso la panchina, disse: “Cos’ha quel giocatore nelle scarpe? Le calamite?”.

El Taconazo da Sogno nel Teatro dei Sogni. Un gesto tecnico geniale e di puro istinto che lo ricorderemo anche tra 100 anni.

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