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Carlo Mazzone diventa un giocatore dell'Ascoli

Il 17 ottobre 1960 arriva ad Ascoli, dalla Roma, un giovane giocatore appena ventenne, Carlo Mazzone. Sembra uno dei tanti trasferimenti annuali, quelli che si usano per mandare un giovane talentuoso e promettente in una squadra di provincia e in un campionato minore, con lo scopo di fargli accumulare esperienza prima del ritorno alla base.

Invece, il trasferimento di Mazzone ad Ascoli cambia la sua carriera da calciatore prima e da allenatore poi facendolo diventare simbolo e bandiera dei bianconeri.

Tutto comincia quando Anacleto Gianni, presidente della Roma, invita Mazzone, che ha già alle spalle un paio di presenze in Serie A, a scendere in Serie C con la promessa di ritornare giallorosso l'anno successivo. Carletto, accetta e prende la corriera per Ascoli, una città a lui completamente sconosciuta. 

Appena scende dalla corriera, rimane sorpreso della bellezza della città ed esclama "Qui è bello come a Roma". Eppure, l'accoglienza dei tifosi non è delle migliori: per protesta contro la società che vuole schierare il romano Mazzone al posto del beniamino dei tifosi Torelli, segano i pali delle porte dello stadio. Partita dopo partita, però, Carletto conquista i cuori di tutta la città.

A fine stagione, quando il presidente giallorosso Gianni vuole riportarlo a Roma, Mazzone chiede il favore di rimanere ad Ascoli e proseguire lì la sua carriera. Il presidente lo accontenta. Tra Mazzone e la piazza si suggella un idillio che è durato per sempre. 

Dopo la parentesi da calciatore, Mazzone torna ad Ascoli da allenatore, chiamato dal presidente Costantino Rozzi, e in pochi anni porta la squadra bianconera in Serie A.

Ad Ascoli, Mazzone disputa 580 partite: 211 da calciatore in Serie C e 369 da allenatore tra Serie C, B e A. Numeri irripetibili e ineguagliabili per qualsiasi altra persona passata per Ascoli.
 

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