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Marco Van Basten si ritira dal calcio

Il 17 agosto 1995, il Milan indice una conferenza stampa. Davanti ai giornalisti si presenta Marco Van Basten. “La notizia che devo darvi è corta. Semplicemente ho deciso di smettere di fare il calciatore. Grazie a tutti quanti”.

Secco come uno dei suoi rigori all’angolino. Il cigno di Utrecht, l’attaccante che più di tutti ha incarnato la prima fase berlusconiana dei rossoneri, da anni tormentato da una caviglia mai andata a posto definitivamente anche dopo 4 interventi chirurgici, dice basta. Sul viso di Van Basten traspare la rassegnazione di un uomo chiamato alla scelta più difficile della sua vita.

In sala cala il silenzio, pochi si sarebbero aspettati il fatidico annuncio. A 28 anni, uno dei calciatori più forti al mondo è costretto ad alzare bandiera bianca e annunciare il suo ritiro dal calcio giocato. Una perdita per tutti, non solo per i tifosi rossoneri, impossibilitati a gustare sino in fondo il talento immenso dell’olandese.

“Il calcio perde il suo Leonardo da Vinci” le parole di Adriano Galliani prima di congedare i giornalisti presenti.

Il giorno dopo, un San Siro stracolmo per il Trofeo Berlusconi, gli tributa il suo ultimo abbraccio. Van Basten scende sul prato in jeans, camicia rosa, giacca di renna; forse esagerata per una serata di metà agosto ma, in quel momento, è una delle ultime cose a cui San Siro fa caso. Lo stadio si alza in piedi per lui.

In sei stagioni effettive con la maglia rossonera, più due vissute interamente fuori per infortunio, Van Basten segna 125 gol in 201 partite, una media impressionante e mettendo in bacheca: 4 scudetti, 4 Supercoppe italiane, 3 Champions, 3 Supercoppe europee, 2 Coppe Intercontinentali ma soprattutto 3 Palloni d’Oro di cui due consecutivi. Una leggenda del calcio e della storia rossonera.

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