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L'esordio di Johan Cruijff

Il 15 novembre 1964, in Olanda, più precisamente a Groningen, accade un evento destinato a rivoluzionare il calcio.

Si gioca Groningen-Ajax e Vic Buckingam, allenatore dei Lancieri, decide di mandare in campo dal primo minuto il talentuoso 16enne Johan Cruijff. Mai scelta fu più azzeccata. Nonostante l’età, il giocatore, con un insolito numero 8 sulla schiena, presenta già una personalità da veterano.

Davanti ai 17.000 spettatori dell’Oosterpark, l’Ajax a 5’ minuti dalla fine è sotto di 3 reti quando a un tratto su un assist di Nuninga, Cruijff segna la rete della bandiera utile soltanto a rendere meno amara la trasferta. E’ la sua prima delle oltre 400 reti segnate in carriera.

Quel giorno il calcio scopre un calciatore atipico: un misto tra una mezzala e un centravanti anche se non era niente di tutto ciò. Nel corso del decennio successivo, Cruijff diventa il profeta del calcio totale di Rinus Michels, caratterizzato da un’intensa attività in tutte le zone del campo.

Con la maglia dell’Ajax il fuoriclasse vince tutto tra cui 3 Coppe dei Campioni consecutive, prima di emigrare al Barcellona. Con l’Olanda invece non ha la stessa fortuna soprattutto nel Mondiale del 1974 in Germania Ovest. Gli Oranje si mettono in mostra come la migliore squadra del torneo ma alla fine devono arrendersi in finale ai padroni di casa.

Johan Cruijff, uno dei calciatori più forti di sempre e che Gianni Brera soprannominò “Pelè Bianco” mette in bacheca anche 3 Palloni d’oro in 4 anni.

Se c’è stato un rivoluzionario, nella storia del calcio, è Johan Cruijff, capace di portare in campo la rottura culturale del proprio tempo. Una rivoluzione che non stava tanto nei capelli lunghi e nelle singole giocate, quanto nella visione complessiva del calcio. Quella del calcio totale.

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