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L'intuizione di Zaccheroni cambia la storia dell'Udinese

Il 13 aprile 1997 è una data storica per l’Udinese. La squadra di Zaccheroni scrive il suo capolavoro: 3-0 a Torino contro la Juve.

I padroni di casa sono al comando della classifica e sono in ottime condizioni. I friulani, invece, sono al 12esimo posto, nonostante un attacco incredibile formato da Bierhoff e Amoroso.

La partita sulla carta sembra a senso unico, figuriamoci poi i pensieri dei tifosi friulani quando al secondo minuto del primo tempo viene espulso il belga Regis Genaux per proteste.

Nonostante l’inferiorità numerica, Zaccheroni decide di rimanere con la difesa a 3. Visto il potenziale in attacco juventino, sembra una follia.

Invece, inaspettatamente e anche per merito dell’arguzia tattica del mister friulano, il nuovo modulo dà equilibrio alla squadra, lasciando ampio spazio alla fantasia di chi c’è davanti. Amoroso e Bierhoff sono delle vere spine nel fianco per la difesa juventina che non riesce a trovare delle contromisure.

Così i friulani passano in vantaggio sul finire del primo tempo, quando Ferrara atterra Bierhoff in area di rigore. Amoroso, dal dischetto spiazza Peruzzi per l’1-0 che chiude la prima frazione di gara.

Al rientro in campo, chi si aspetta di una Juventus rinvigorita, rimane deluso. Nei primi 17 minuti capita di tutto: Sergio calibra un cross per la testa di Bierhoff che insacca per il 2-0. La Juventus non si riprende e Amoroso insacca il 3-0.

Da quel giorno la squadra di Zaccheroni cambia pelle: dal 4-4-2 si passa al 3-4-3. È una mossa che cambia la storia dell’Udinese che a fine stagione arriva quinta in classifica e si qualifica per la prima volta nella sua storia alla Coppa UEFA.

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