Dida colpito da un fumogeno
Nelson Dida è nella sua area di rigore. Raccoglie il pallone, lo posiziona sulla linea bianca per il rinvio dal fondo. Eppure non rinvia. Resta fermo perché dalla curva dell’Inter, alle sue spalle, sta piovendo di tutto. Borghetti, arance, accendini, ombrelli, bottiglie e ... fumogeni.
E' il 12 aprile 2005 e a San Siro si gioca Inter-Milan, quarti di finale di ritorno della Champions League. All'andata il Milan ha vinto per 2-0 con i gol di Stam e Shevchenko. Difficile ribaltare la situazione a meno di sperare in una notte straordinaria. Il Milan blocca sul nascere le speranze dell'Inter con Sheva che insacca lo 0-1. A venti dalla fine, però, Cambiasso pareggia ma il gol viene annullato.
I tifosi nerazzurri, probabilmente frustrati dalla seconda eliminazione in tre anni ancora da parte dei cugini, incominciano a lanciare ogni oggetto possibile verso la porta di Dida. Il portiere brasiliano, intento a far pulizie prima di effettuare il rinvio, viene colpito da un fumogeno, sulla spalla, accasciandosi a terra subito dopo.
Ha la maglia bruciata e anche se pieno di dolore a chi si avvicina ripete "Sto bene.
Non è niente di grave". Quando si riprende Nelson Dida non è più lo stesso. Nessun trauma fisico, è vero, ma dai bengala lanciati dalla Nord, si smarrisce incredibilmente anche la sicurezza di uno dei migliori portieri al mondo.
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